2036 APOPHIS
Asteroide killer
Immagini e visioni da una Apocalisse
Disegni: Diego Romano
Musiche:
Trama afonA
Una sera speciale, non molto tempo fa, un amico speciale mi
dice:
Non so che pagherei per esserci, quando arriverà.
Apophis.
Avrei voluto che arrivasse in quel momento preciso per dare
corpo ai suoi desideri e rendere ancora più speciale una sera che già lo era.
Sì, avrei voluto la FINE DEL MONDO.
Ma la stanza non si è illuminata a giorno, i nostri timpani
non hanno vibrato al grande botto, il cielo è rimasto vuoto.
Da allora, cerco sempre di riempire quel vuoto con l’immaginazione, con l’attesa, e con svariate forme di amore...
Ho chiesto ad altri amici e persone incontrate per caso, ad artisti, intellettuali, a gente diversa, a giovani e vecchi, a scettici e visionari, di aiutarmi ad immaginare l’apocalisse per non averne più paura…
E’ venuto fuori un ritratto plurimo, ironico e drammatico insieme, dei nostri limiti e delle nostre virtù. Delle nostre impazienze, delle nostre paure, e, ovviamente, dei nostri desideri.
Chi
vuole immaginare l’Apocalisse può scrivere a
apophisduemila36@tiscali.it
Ci hanno spiegato che la violenza dell'impatto dipenderà dall'angolo di inclinazione e dalla composizione reale dell'asteroide, e su questo argomento ancora nessuno ha potuto dare certezze. Pare comunque che la sua energia potrebbe risultare cinque volte quella sprigionata dall'esplosione del Krakatoa, e, in paragone, circa cento volte quella sprigionata dalla caduta dell’ asteroide di Tunguska, in Siberia, che il 30 giugno 1908 vaporizzò un'intera foresta di conifere di 2150 chilometri quadrati. E’ proprio l’idea che qualcosa possa vaporizzare anche una piccola parte del nostro pianeta a disturbarmi. Vaporizzare non è la stessa cosa che incenerire, è… meno graduale. E’ questa possibilità di passare direttamente dallo stato solido a quello aeriforme a gettarmi nel panico. Come successe ad alcune vittime di Hiroshima e Nagasaki, di cui restarono soltanto le ombre fotografate sui muri. Allora penso al teletrasporto di Star Trek, e mi dico che, dopo Apophis, magari mi ri-solidifcherò sulla luna, insomma in un mondo non necessariamente peggiore di questo.
Valerio, 17 anni
Molti dicono che questa eventualità non è più realistica, che si è trattato solo di un falso allarme degli astrofisici americani, come al solito preoccupati più dello scoop scientifico che dell’effettivo stato delle cose.
Sinceramente mi dispiacerebbe. Visto che di qualcosa si deve morire, preferirei morire di un impatto stellare o quasi-stellare piuttosto che del progressivo avvelenamento a cui il pianeta terra sembra destinato.
Enrico
Se ragiono come pittore, vedo una specie di Guernica,
di Picasso, ma molto più colorata, un flusso di blu molto dinamico, materia
densa che precipita dall’alto verso il basso e materia più compatta che viene
sbalzata, grazie all’impatto, su verso l’alto. Due forze, centrifuga e
centripeta, che si scontrano, producendo una tempesta cromatica e un’esplosione
di oggetti diversi sbalzanti in tutte le direzioni. Prevalgono il rosso cremisi,
il cobalto e il nero striato di luce, con particolari apparentemente
insignificanti che emergono individualmente in questo movimento globale e
“collettivo”: una zampa di gatto, frammenti di vetro, fogli di quaderno, ruote
di camion, capigliature e copricapo tipo sioux, ma anche arti mutilati, cupole
di chiese o di moschee, tronconi di campanili, foglie e fiori. Oggetti di
consistenza diversissima (fragili e duri, naturali e artificiali, sani e malati,
interi e spezzati…) accomunati in una improvvisa democrazia di destini. Tutti
ugualmente sottomessi ad una apocalisse festosa, benché cruenta. Un reimpasto
generale di tutto… dentro tutto!
Ecco, quando arriverà Apophis, vorrei che fosse così..
Diego Romano
Io vorrei che fosse una
fusione.
Che tutte le persone e le cose divise potessero
reincontrarsi e incollarsi di nuovo l’una all’altra.
Dico incollarsi strette.
Non penso all’impatto dell’asteroide come a un botto che
sparerà tutto in tutte le direzioni, proprio per niente.
Sarà perché i miei genitori si sono separati quando ero molto
piccola.
Oppure sarà perché penso sempre a un mio amore sfigato, durato
un attimo, tipo un altro asteroide, vaffanculo. Anche se io lui lo amo sempre,
da sempre e lo amerò per sempre.
E allora vorrei che Apophis ci aiutasse a riunificarci.
Ci penso come a un grande abbraccio, io che riconosco un suo
ginocchio, lui che ritrova il lato del mio collo come sapeva accarezzarmelo
quella prima sera davanti al caminetto, un mio polpastrello che si fonde col suo
e le nostre lingue un’unica lingua: per questo non ho nessuna paura di Apophis,
anzi magari arrivasse, magari!
Silvia
Non posso fare a meno di
pensare a tutta quella fatica fatta da Pi per salvare l’uliveto.
E al suo studio con il parquet e i divani di pelle quasi
bianca.
Alla sala conferenze con il maxischermo dove Jeremy fa lezione
d’inglese.
Poi penso a Jeremy che salta per aria con la sua barbetta
bionda perdendosi un anfibio.
Jeremy che salta per aria con una scarpa sì e una no.
Penso all’uliveto e all’anfibio disintegrati insieme al
vocabolario d’inglese e a tutte le parole di questo mondo che dall’oggi al
domani non serviranno più
L.
Penso agli anelli della
signora Roberta, l’eterna prima-della-classe.
Tutti quegli anelli griffati.
I rubini, gli smeraldi, e, ovviamente, i diamanti
Voglio proprio vedere se è vero che i diamanti non fondono
mai, che non li scalfisce niente e nessuno.
E che fine faranno, e se qualcuno si preoccuperà ancora di
mettere in salvo queste cose diciamo preziose.
Che cosa sarà veramente “prezioso” in un momento come quello?
Penso a Roberta e al suo implacabile ottimismo da borghese.
Allora invoco Apophis, e spero che arrivi molto prima del
2036!
Marta Rendine
Mi auguro che il malefico pietrone non colga proprio me
mentre sto rientrando a casa, una di quelle sere che mi fanno male i piedi e ho
solo voglia di farmi una birra.
Mi piacerebbe poter dire:
arriva? Bene, io mi chiudo dentro e ciao, mi levo le scarpe e
mi scolo la birra.
So che non sarà così, e che nessuno potrà mai “chiudersi
dentro”.
Però il bello di immaginare un pericolo è sognare di poter
essere gli unici a scamparlo. Così, senza fatica. Guardando dalla finestra il
film della morte altrui…
Penso che la televisione ci abbia intimamente corrotti, abbia snidato, anzi esasperato il nostro cinismo. Tipo: dopo di me il diluvio!
Ma è proprio quello che sento, se ci penso, in fondo.
Sento il mio cinismo che ha il sapore della birra gelata.
Professor Giulio Larami
A me riviene in mente Kant,
e il suo modo di definire il sublime. “Sublime” è la percezione di un pericolo,
essendone però al sicuro.
Non è affatto certo che saremo vivi nel 2036, e questa
distanza sufficientemente grande e piccola nello stesso tempo dall’Apocalisse mi
fa sentire al riparo ma contemporaneamente anche allo sbaraglio. Per me Apophis
è… un supersublime!
Laura
Un nero silenzioso. Forse
l’interruzione improvvisa di qualcosa…
E poi un particolare, come un oggetto che si spegne.
Non riesco a vedere la cosa "dall'alto"...
Nella "realtà" probabilmente avverrebbe il contrario, con un
drammatico conto alla
rovescia….
Lorenzo
Foto di Trama afonA
Se l’asteroide dovesse davvero impattare, se i 29 anni da oggi li contiamo in giorni, sono circa 10585, e in tutto questo tempo credo/spero che la NASA o chi per esso riusciranno a trovare un modo per deviare la rotta o farla esplodere prima che raggiunga la superficie terrestre.
Quanto a me: facendo un po’ di conti tra 29 anni ne avrò 56, il che corrisponde grosso modo all'età in cui dovrei andare in pensione, quindi, visto che già oggi con la pensione non riesci nemmeno a sopravvivere, e soprattutto il lavoro non è una cosa facile da trovare, fatemi sapere in tempo se veramente l'asteroide si scontrerà con la Terra, così questa mia seconda parte della vita la passerò ai Caraibi, invece di stressarmi per lavorare, e magari inizierò ad abituarmi al caldo che l'asteroide porterà...
Ettore
Apophis è un Cane Stellare che arriva, si pianta sulla terra di muso e esplode con un enorme peto spaziale ehehehehe!
Riccardo, 17 anni
Perché l’asteroide dovrebbe
portare il caldo? Una delle ipotesi è che cada nell’oceano e sollevi un
gigantesco tsunami, un ondata immensa che sommergerà tutti i continenti.
La visione che ho è di una tromba d’acqua conica e altissima,
gelata, non bella a vedersi, portatrice di terre, sabbie, piante, persone e
animali. Un’onda di fango e sangue, l’oceano non più blu, e il cielo
improvvisamente bassissimo, quasi attaccato al mare.
Federico Stoppa
Se fosse, spero che potremo
avere, come nel film Armageddon, le tecnologie atte a poterlo fermare o a fargli
cambiare rotta.
Vabbè che nel 2036 se sarò vivo e se veramente l'asteroide
colpirà la terra, avrò 84 anni e penso che sarò abbastanza rincoglionito da non
capire cosa starà succedendo e mi divertirò un mondo con il botto che farà, (se
non sarò anche sordo) guardando fuori dalla finestra..............
Claudio Simonetti
Io vedo una scena tipo film
americano. La guerra dei mondi, tipo.
Tutti che scappiamo, le scene di panico, le città con le macchine
incolonnate, gli sciacalli che rompono le vetrine dei negozi. Solo che stavolta
ci staremo dentro proprio noi personalmente.
Il sudore e il sangue non saranno finti, ma veri.
E nessuno aiuterà nessuno, credo. O forse qualcuno sì, può
anche darsi.
In quel fuggi fuggi generale mi piacerebbe ritrovare tutte le
persone che ho incontrato e perso durante una vita, un po’ come quando alla fine
della commedia saltano fuori gli attori e si inchinano al pubblico per
salutare. Prendono gli applausi, poi spariscono dietro le quinte e ciao
buonanotte
Lo so che è assurdo, però mi figuro che potremo ritrovarci
almeno in quel momento
…
Tra tutti, mi piacerebbe rivedere la maestra Tommasina, don
Aronne, la mia compagna Egizia che aveva tante pretese insieme a sua madre la
contessa, il prof di mate del liceo, e mia nonna Nunziata.
Tutti incolonnati in un esodo calmo verso l’illusione di un
punto un po’ più riparato, mentre il conto alla rovescia procede inesorabile e
il cielo si tinge di viola e tanto tutti lo sappiamo che non c’è più scampo.
Maria Franca Spano
Penso all’odore di
Apophis.
Zolfo e ferro. Acciaio scaldato e carne bruciata.
Un odore da centro della terra. Di fornace. Anche se lui verrà
dal cielo.
Odore d’inferno.
Certe volte il panico passa per un odore.
Io, se lascio attaccare la fettina nella padella mi viene
rabbia e poi panico.
Penso che ho buttato chissà quanti euro, e quell’odore mi fa
quasi male al naso. Per me è questa, l’apocalisse.
Ho vissuto la guerra e a casa mia non si spreca niente, perché c’è chi muore di fame, e questa è una realtà
Amelia Rossetti
Arriva Apophis?
Tutti muoiono. Comunque.
Franco Siciliano
Le mosche. Penso alle mosche, ecco.
Sperimenteranno il terrore, se ne avranno il tempo. Che
occasione nella vita di una mosca, poter provare il terrore almeno una volta ed
ergersi così a livello degli umani.
Ma le mosche sono geneticamente fabbricate per poter provare
il terrore? Oppure volano e basta?
Ogni essere vivente è preparato al terrore. La paura serve al
mantenimento della specie.
Una mosca particolarmente evoluta potrebbe perfino collegare
la paura al concetto di colpa. E pensare di avere fatto qualcosa di male,
interpretando la fine del mondo come una punizione per se stessa.
Ma questo è un processo molto umano.
L’uomo è una mosca che pretende a tutti i costi un destino,
una finalità.
Io penso comunque agli ultimi della terra. Chi glielo
spiegherà ai topi, alle rane, alle lucertole?
Penso agli esseri più microscopici, ai batteri, alle amebe. Se
il pianeta non si polverizzerà del tutto, forse loro riusciranno a sopravvivere
e tutto potrà ricominciare da capo. Incluse le mosche.
Dottor Fausto Bruno
Se dovesse cadere nell’oceano, mi immagino. Giganteschi maremoti ed una grandissima quantità di vapore su in alto, nell'atmosfera. Nuvole mai viste e piogge torrenziali. Di nuovo il Diluvio Universale. Ma non so se avrebbe senso salvare qualcosa, un due di tutto, come Noè.
Io, per me, penserei alla mia collezione di film horror e tutte le fotografie.
Pierluigi Cassani
Più che altro la rabbia di
non avere fatto in tempo a dirgli tutto.
Quel giorno, se sarò viva, sarà per me un giorno pieno di
frustrazione, perché neppure nel 2036 sarò riuscita a dirgli tutto…
Tutto quello che ho dentro.
Perché quello che provo per lui è una cosa misteriosa e
terribile, che non riesce a venire fuori, che per sbaglio si è affacciata alla
luce qualche tempo fa, che solo a brandelli lui ha potuto intravedere, e forse
vagamente intuire.
Penso che sarò decrepita e questo sentimento sarà ancora a girarmi dentro diquaedilà in cerca di una forma, delle parole giuste per essere detto.
Forse nel 2036 mi sarò convinta che non va detto, che gli si addice di più il silenzio, e che, come dice lui, “le parole non servono”.
Non sono servite all’inizio, non serviranno alla fine.
Apophisportamivia.
E buonanotte.
Titti
Se cerco di immaginarmi la
“musica” di Apophis sento un concentrato di svariate canne d’organo, un cluster
incredibile ma, nello stesso tempo, note a bassissima frequenza che
progressivamente si alzano e si irrobustiscono diventando sempre più acute,
“salendo” come in verticale verso un’esplosione che tarda ad arrivare ed
esaspera il climax, la tensione di attesa.
Sarà un’esplosione annunciata, gradualissima, ma sul finale
molto simile ad un boato tecnologico. Da qualche parte conterrà un sibilo, e
anche una specie di rombo di motore.
Dal punto di vista acustico sarà un fenomeno molto complesso,
e non necessariamente disarmonico. Sarà una nuova forma di armonia, qualcosa
oltre la musica seriale, un riassunto di tutti i toni, i semitoni, i quarti di
tono, le terze, le seste, le ottave.
Immagino che si leverà un coro di grida. Di terrore e stupore.
Penso che potrei scrivere una Apophis Sinfonia per coro e
orchestra tipo il Dies Irae di Penderecki
Inoltre “sento” Apophis come telecomandata da una sua energia intima per nulla celestiale, ma al contrario molto fisica e terrestre.
La musica di Apophis potrebbe, per pochi istanti, darci la prova che anche lo spirito è materia.
Andrea Fest
Finalmente verrà il giorno
in cui tutti quanti guarderemo il cielo.
E’ speciale quello che si prova quando tutti insieme si sta
coi nasi per aria a guardare il cielo
Non tutti se ne ricordano
Io ringrazio sempre mio padre, quando le sere di agosto mi portava nella parte buia della pineta dietro la chiesa di Piandellanoce, a guardare le stelle cadenti
Anche Apophis è una stella cadente. O meglio: un pezzo cadente
di stella. Cadente sopra di noi.
Non importa.
Forse pure lei avrà una scia come le stelle di san Lorenzo e
sarà bella da guardarsi
Magari sarà una delle ultime cose belle che vedremo.
Per un momento
Una supercometa.
Dudù
Più niente da ascoltare,
questo mi spaventa.
Prima il botto immane, poi uno strano silenzio.
L’apocalisse è il silenzio che viene dopo. Dopo un amplesso,
per esempio.
Quel niente da dirsi, quell’imbarazzo di troppe cose
incomunicabili, oppure troppo complicate.
“Ciao”
“Ciao”
Ogni momento, quando non dico qualcosa alla persona che mi sta
di fronte, o a quella che amo, mi sento dentro un’apocalisse.
L’apocalisse è il tempo non fatto fruttare.
Una musica che non viene scritta, un bicchiere d’acqua non
bevuto, una sete che non passa.
L.
Il fatto che un avanzo di stella abbia il potere di cancellare
la terra mi dà un fastidio metafisico, ancestrale.
Simile al fastidio che mi dà sentire le gambe molli se per
caso decido di dimenticarmi di mangiare
L’uomo dipende dalla materia, da un pezzo di pane, da un sasso
impazzito che rotola inesorabile contro un pianeta tutto intero.
Apophis mi ricorda che siamo soltanto materia e non altro, come invece certe volte presumiamo.
Giovanni Gadotti
Non lo so, scusa, ora devo lavare i piatti
Mia madre
E’ un sasso a forma di
patata. Molto antiestetico, vecchio milioni di anni.
Dicono.
Si pensa sempre a una fine cinematografica, bella da vedersi.
Invece sarà una cosa squallida, magari.
Sasso contro sassi. E poi tutto un deserto, nient’altro.
Daniela
Se non impatterà più contro
la terra, dove finirà?
In quale discarica cosmica?
A puntare quale altro pianeta?
Le possibilità che non si realizzano sono mine vaganti più
delle possibilità che diventano reali.
Se un bambino viene abortito, che fine fa?
L’anima di Apophis respinto dalla terra in quale forma di
energia potrà trasformarsi?
Alberto Faeti
Sinceramente penso che sia
un falso allarme, o che si troverà comunque il modo di farla franca.
E’ più difficile dover andare avanti senza il traguardo di una
prossima fine del mondo che pensare di avere di fronte a sé un’eternità di
grigiore, una vita squallida sine die.
Per questo le apocalissi a volte fanno comodo, tengono desta l’attenzione, fanno vendere i giornali e scrivere i libri.
Io all’apocalisse non ci credo. Abbiamo visto troppi film.
Arturo
So che si sta studiando, o
si è studiata, la possibilità di deviarla.
Molte cose in questo mondo prendono traiettorie sbagliate e
poi vengono rimesse sulla retta via…
La vita è piena di traiettorie sbagliate, di correzioni di rotta, di aggiustamenti improvvisati strada facendo.
Ma mi chiedo sempre se la “retta via” sia quella originaria, inclusi i suoi errori, o invece la successiva, corretta. Tanto la destinazione è sempre la stessa.
Gianni Gentili
Forse Apophis ci toccherà
piano piano come un fiore che cade dall’albero.
Io do i nomi a tutti i fiori che cadono
Il fiore Apophis non è cattivo perché non esistono fiori cattivi.
Alberta, 12 anni
DANNO COLLATERALE
Nazioni Unite, 2036:
Responsabile delle operazioni congiunte: «Purtroppo è vero signor
Presidente, abbiamo fallito. Il missile Hulk lanciato per distruggere
l’asteroide Apophis ha mancato l’obiettivo».
Presidente: «Maledizione signor Premier, lo sapevo che non avrei
dovuto fidarmi del vostro antiquato supermissile».
Premier: «Il nostro razzo è l’unico strumento al mondo capace di
trasportare nello spazio ben 50 testate termonucleari tutte insieme. L’errore è
stato far fabbricare i componenti elettronici nel paese del Primo Segretario del
Partito».
Primo Segretario del Partito: «Respingo risolutamente queste accuse
del tutto prive di fondamento: è ormai da mezzo secolo che tutte le industrie
elettroniche della terra si sono trasferite nel mio Paese, pertanto lo sbaglio
deve essere stato commesso dai vostri scienziati».
Presidente e Premier: «Sono professionisti di assoluta eccellenza,
moderi i toni oppure…».
Responsabile delle operazioni: «Signori, signori, vi prego di
mantenere la calma! Ho appena ricevuto un rapporto dettagliato dalla sala
controllo e posso spiegarvi tutto: il missile e le bombe hanno funzionato
perfettamente».
Presidente: «Ma se ci aveva appena comunicato il fallimento della
missione! Che sta cercando di dire signor Generale? ».
Responsabile delle operazioni: «Che il missile ha percorso esattamente
la traiettoria prestabilita signor Presidente».
Premier: «E allora perché non ha colpito e disintegrato l’asteroide in
rotta verso la terra?».
Responsabile delle operazioni: «Perché quest’ultimo, signor Premier,
in effetti segue ora una rotta leggermente diversa da quella calcolata prima
dagli astronomi. Si tratta di una differenza minimale, che applicata allo
spazio, però, comporta una notevole distanza…».
Primo Segretario: «Cioè quell’asteroide cadrà in un altro punto della
terra anziché in quello previsto?».
Responsabile delle operazioni: «Beh, signor Primo Segretario, stiamo
ricalcolando tutto ma, in base ai primi nuovi risultati, credo che l’asteroide
passerà molto vicino al nostro pianeta, ma senza colpirlo. Anzi, non escluderei
che il solo avvicinarsi del missile abbia prodotto un’alterazione nel campo
magnetico dell’asteroide, provocandone il mutamento di rotta».
Presidente: «Dunque siamo salvi! Abbiamo speso inutilmente un’infinità
di denaro per lanciare le nostre bombe atomiche nello spazio ma almeno abbiamo
scampato il pericolo e salvato il mondo!».
Responsabile delle operazioni: «Certamente signor Presidente, dal
punto di vista dell’eliminazione dell’asteroide questa missione internazionale
può senz’altro definirsi un vero successo».
Premier: «Ci sono altri punti di vista Signor generale?».
Responsabile delle operazioni: «Beh, signor Premier, in effetti
bisogna pensare che il lancio del missile era stato programmato per colpire
l’obiettivo autodistruggendosi e la particolare posizione dell’asteroide
comportava necessariamente l’impostazione di una traiettoria di tipo
parabolico…».
Primo Segretario: «Si spieghi rapidamente signor Generale, non abbiamo
tempo da perdere».
Responsabile delle operazioni: «Sì signor Primo Segretario. Il
missile, non essendo esploso, sta per tornare indietro».
Dario Busolini
Progetterei una soluzione,
non mi arrenderei.
Un’altra e magari ancora un’altra, insomma fino all’ultimo
giorno.
Io, facendo il meccanico, un’idea del trattore spaziale me la
sono fatta. Sarebbe più che altro un carroarmato con un lanciafiamme frontale,
da dove una specie di raggio laser o qualcosa di simile dovrebbe agganciare il
sasso e trascinarlo lontano.
Il trattore spaziale sarà giallo, con il lanciafiamme nero
lucido.
Il laser potrebbe sembrare un fuoco d’artificio.
No, io non sparerei sull’asteroide, lo lascerei stare, solo lo accompagnerei più in là. Con… gentilezza perché lui che male ha fatto? E’ nato asteroide.
Augusto Defende
Sarebbe come una grande
cometa, no?
E noi, sotto, nel presepe.
Quando i pastori avvistarono la cometa non lo sapevano mica
che era una stella buona. Cioè, qualcuno magari lo avrà saputo, qualche pastore
erudito che aveva letto i profeti. Voglio dire che non tutti erano al corrente
che quella stella era annunciatrice di una buona notizia. I Magi lo sapevano,
sicuro, ma quelli venivano dall’oriente, erano aristocratici, sapienti, lontani
dai pensieri della gente qualunque.
Tutti gli altri, non lo sapevano mica.
E così qualcuno magari si sarà anche impaurito vedendo quella
luce.
Può darsi che con Apophis sia lo stesso, e che nessuno di noi
sappia come stanno davvero le cose.
Forse Apophis è la cometa di un futuro presepe. Dunque non
cadrà sulla terra, ma si avvicinerà a noi facendo una grande luce per indicarci
qualcosa.
Cosa, mi piacerebbe saperlo
Una soluzione, un cane magico senza coda, un bambino lasciato
dentro un cassonetto…
Nicola
Mi immagino un botto
positivo, un boato che sorride, insomma.
Non una catastrofe fine a se stessa, ma un’apocalisse buona
che porti il nuovo umanesimo
Stefano Cavallo
In fondo è l’uomo che sta
distruggendo la Terra. E su questa massiccia intromissione umana negli equilibri
della natura le previsioni non promettono nulla di buono.
Andando avanti di questo passo si arriverà quanto prima a quel
punto di non ritorno che metterà a repentaglio la vita stessa sul nostro
pianeta.
Non è escluso che quel punto di non ritorno possa coincidere
con l’arrivo dello spazio del tanto temuto “Dio delle tenebre”.
Sarebbe, in un certo senso, ora.
Su questa eventualità potrei anche scrivere un racconto, ma
quasi certamente Apophis non colpirà la Terra e, se proprio dovesse imboccare il
corridoio d’impatto, da qui al 2036 i missili nucleari intercontinentali stivati
nelle viscere del nostro pianeta sarebbero sicuramente capaci di dimostrare per
la prima volta una certa loro utilità.
E le faccende terrene seguiteranno ad andare ancora per la
stessa china.
Amedeo Gigli
Mi viene in mente Aspettando Godot, di Samuel Beckett.
Quella strada deserta, quell’albero stecchito, i due
vagabondi… Il ragazzo che annuncia: il signor Godot verrà domani.
E l’indomani lo stesso annuncio: guardate che verrà domani.
E così via, per sempre, Godot che non arriva mai.
Penso che non sappiamo che fare della nostra morte. Che non sappiamo che fare nell’attesa della nostra morte.
Apophis ha qualcosa a che fare con quell’albero stecchito.
Penso che desideriamo una morte, che siamo stanchi di rinviarla sempre, che in qualche modo vorremmo poterla affrontare subito e che qualcuno si diverte a dirci: non ancora, domani.
Giulio Dossi
Nella mitologia egizia Apophis era la divinità del buio: dimorava nelle oscurità eterne del mondo sotterraneo e cercava ogni giorno di impedire a Ra, il dio Sole, di sorgere.
Ogni minuto contiene la minaccia del nulla: la morte ci sta
accanto come l’ombra alla luce, è bella e disperata questa convivenza. Se non
sarà quell’asteroide a colpirci nel 2036, sarà un altro asteroide, forse nel
2063.
La terra è patetica: così esposta, nell’immensità, a eventi
immensamente imprevedibili…
Derivante dal
Caos primordiale, Apophis poteva
essere combattuto e reso innocuo per un certo tempo, ma non poteva mai essere
completamente distrutto: il suo continuo conflitto con Ra rappresentava lo
scontro ancestrale tra bene e male.
In questa lotta, tutte
le notti Apophis attaccava Ra mentre era viaggio sulla sua barca di luce che lo
portava nell’aldilà. Allora Apophis tentava di inghiottire tutta l’acqua del
mare comprese tutte le sue barche, compreso Ra e la sua barca di luce, ma ogni
notte le divinità che mantenevano l’ordine nel mondo riuscivano ad avere la
meglio…
Solo che questa
vittoria non si poteva mai dare per scontata.
Un giorno il sole si spegnerà. Chi l’ha detto che sorgerà puntualmente anche domani mattina?
Amo Apophis per questo. Era un grande serpente cosmico avvolto intorno alla terra. Il rischio e l’incertezza abbracciano il nostro mondo ad ogni istante. Se non riconosciamo questo rischio, non per questo esso è svanito…
Nell’ ideogramma di Apophis c’è una parte superiore e una inferiore. In quella inferiore 4 rettangoli rappresentano forse il mondo, con le sue geometrie stabili, le sue certezze. Nella parte alta a sinistra una specie di cometa inseguita da un serpente. Il cielo è instabile. Per ogni stella che passa, per ogni sole che si accende, c’è un drago che incalza
Professor Rodolfo Guinizzelli
Ci sono due fratelli. Il più
giovane sembra ammalato, sta a letto. Il maggiore lo accudisce con tenerezza.
La casa è solitaria, in una specie di boscaglia, vicino passa
una strada percorsa da rarissime auto che sfrecciano veloci.
E’ una notte ventosa, fredda, strana.
Il fratello giovane ha voluto che il letto venisse spostato di
fronte alla finestra.
-Sarà come i fuochi d’artificio? Come quando eravamo piccoli?
– ha domandato all’altro.
Il fratello gli ha asciugato la fronte,lo ha accarezzato su
una guancia e sul collo, senza dire niente, pensando che la febbre è generosa,
perché a volte allontana e deforma realtà tragiche, altrimenti insopportabili
La finestra della camera mostrerà ai due l’arrivo dell’asteroide. Sì, all’inizio assomiglierà a uno spettacolo pirotecnico, ad uno schermo cinematografico durante un film di fantascienza, poi tutto cambierà forma ed espressione, ed anche le pareti di questo rifugio diventeranno minacciose e strane.
Ma allora, pensa tra sé il fratello grande, che è fiducioso, incrollabile, calmo, io lo prenderò nelle mie braccia. E diventeranno loro le pareti del suo rifugio. E queste pareti qui per lui non crolleranno mai.
Lui starà con gli occhi grandi celesti fissi sulla finestra
dove l’asteroide si annuncerà come la luce viola di un fulmine senza temporale.
Ci sarà solo quella luce, pensa il fratello grande.
E il mondo dirà addio a se stesso, ma noi saremo abbracciati
Gabriele
Il mondo è stanco. Apophis
lo avvicina a Dio.
Misteriosamente, tanta gente perdonerà in questo modo a Dio di
non esistere, di non curarsi del mondo.
Pablo
Ci sono quelli che ci
credono e quelli che non lo ritengono possibile. Quelli che si scaldano e quelli
che …“di qualcosa si deve pure morire”.
Tra queste due categorie di persone, io preferisco le prime.
Perché comunque hanno un sogno. Pauroso, ma pur sempre un sogno.
Li sfiora una visione, un progetto, un domani.
Sanno immaginare
L.
11 luglio 2007: un giorno pieno di sole, un bellissimo giorno d'estate. Voglia di passeggiare, correre all'aria aperta. Idee, progetti, propositi per il domani. E' difficile pensare all'11 luglio 2036, un giorno che forse non esisterà. Forse però.....
Daniela Imperi
Idea fantastica, degna del miglior Welles.
Solo che fantastica non lo è.
Ma non mi viene da aggiungere "purtroppo".
E mi chiedo disperatamente perché.
Alberto Castellani
2036 Apophis la fine del mondo?
Cara Laura non so se il tuo asteroide ci colpirà e quando, sono sicuro invece che il mio Apophis è già arrivato il vibrare dei miei timpani, lo strano bagliore accecante, il sentire tra le dita il pulviscolo, l'assaporare il dolce sapore non classificabile, il sentire quell'odore strano come di vita che rinasce lievita e s'impone nei miei sensi mai sopiti, mai dormienti, mai domi, ecco!!!!!!! Venga pure Apophis, mai potrà farmi dimenticare quei visi, quegli occhi, quelle storie che le persone come te sanno dare ai miei sensi!!!!
2036 Apophis ti aspetterò come una storia
che mi farà addormentare per sognare il reale che fino ad allora voi splendide
creature del CREATO mi avrete regalato
GRAZIE Vi porterò nel mio CUORE che sopravviverà oltre Apophis, oltre il 2036,
oltre tutto..... fino alla fine!!!!!!
ANTONIO '63 Per tutti Certezza e lealtà!!!!!!!
L'immagine mobile dell'eternità arriva dal
cielo
cede una parte della sua essenza intangibile
nella forma temporale della sua venuta.
Il trentennio sarà un regalo di speranza
di sedimentazione
di sapori nuovi.
La luce invisibile della precarietà
estenderà il tempo di un bacio a frazioni di interminabile godimento
ammorbidirà il tratto di una carezza,
garantirà fragranze di corpi mai più disperse.
In questo idillio d'apocalisse annunciata
cadranno in molti,
alcuni in fasto altri in disgrazia.
Poiché saper morire è una dote assai rara
la fine del mondo produrrà una forma di spietata classifica
dove gl'ultimi saranno i primi a morire!
Coraline
Apophis... paure e speranze che vengono da lontano.
Poi un silenzio assordante, come quello che cade ogni volta che non si riesce a
capire.
Simone
Corsi e ricorsi storici.
Immagino un grande silenzio prima e dopo il botto. In qualche parte della terra
la vita terminerà all'istante, né urla, né grida, né fughe rocambolesche, solo
un gran botto sordo e massiccio.
Piano piano il nostro mondo comincerà a spostarsi leggermente dalla rotta
quotidiana... poi, sempre più accelerando, lascerà l'itinerario millenario che lo
legava al sole...
E comincerà a vagare nello spazio nero... alla deriva...
Dall'altra parte della terra, invece, l'apocalisse... un fuggi fuggi generale
come quello del formicaio che viene stanato. Ci sarà ancora qualcuno che tenterà
il tutto per tutto e chi invece rassegnato si siederà in poltrona per gustarsi
un riposo con il suo gatto stretto in petto...
Piano piano l'aria comincerà a rarefarsi e svanirà...
Tutti si addormenteranno. In silenzio. In pace...
Copiando il famoso monolite di Kubrick, ce ne andremo in giro nell'universo per
giorni, mesi, anni, apparentemente senza meta, passando costellazioni,
attraversando galassie e sistemi solari mai visti. Congelati come merluzzi..
Finché un giorno, per caso, entreremo nelle grazie di una giovane stella di
nome Elos che ci aggancerà nella sua orbita.
I raggi caldi e pieni di luce filtreranno sotto il ghiaccio spesso, attaccato ai
palazzi, alle strade, agli esseri viventi che, intirizziti, cominceranno a
gocciolare acqua da tutte le parti.
Poche ore e tutto ricomincerà come prima, come se nulla fosse successo. Lavoro,
discussioni, matrimoni, calcio, traffico.
In attesa di un'altra partita a bocce nello spazio e poi come api salteremo di
nuovo di sole in sole.
Alessandra
...quando uno non è felice siamo tutti impossibilitati ad esserlo...
se apophis arriva nel 2036 o stanotte non cambia niente....
è l'oggi che si vive...
io so che domani potrebbe succedermi qualcosa di meraviglioso... oppure potrebbe scoppiare una guerra... o anche potrei non esserci più...
ebbene... se domani accadesse... io sarei pronto...
vivere è diverso dall'esistere... dal sopravvivere... dall'accontentarsi di respirare...
dall'aspettare...
io non ti aspetto...
vivo...
se arrivi e ci sono sarai tu a sorprenderti...
Massimo
Fa parte dell'uomo antico e moderno trovare una soluzione a tutto, pero' di fronte agli eventi climatici e spaziali, Siamo impotenti. E sono sicuro che qualcuno vorrebbe essere immortale, chiuso nel suo laboratorio ci stara' pensando...ricreare cellule...non morire mai, trovare organi sostitutivi...farmaci miracolosi ecc....POSSIAMO CREDERE O NON CREDERE IN UN DIO, MA STA' DI FATTO CHE LA TERRA NON L'ABBIAMO COSTRUITA NOI, SIAMO COME DEI SEMI PIANTATI SU UN ORTO DA UN CONTADINO, NON CI POSSIAMO FARE NULLA....LA SCIENZA NON PUO' ELEVARSI A DIO....A VOLTE SE NON TROVA SOLUZIONI DEVE CEDERE, UN ASTEROIDE CI COLPIRA'? BEH....PAZIENZA, 1 MESE PRIMA FACCIO TUTTO QUELLO CHE NON HO FATTO IN 50 ANNI, POI "BOOM" TUTTO VIENE DISTRUTTO, TUTTO CANCELLATO, COME PRENDERE UN ACCENDINO E DARE FUOCO AD UN PEZZO DI CARTA. I DINOSAURI SONO SPARITI PRIMA DI NOI....GIUSTO? FORSE ORA TOCCA A NOI....SIAMO MATURI IL "CONTADINO CI RACCOGLIE".......SELEZIONA LE PIANTE BUONE E QUELLE DA BUTTARE.....TUTTO COINCIDE, TUTTO HA UN SENSO....O FORSE SIAMO ESSERI INFERIORI E ALCUNE COSE....CE LE SPIEGHERA' DIO...QUANDO SAREMO ANIME IN CIELO....E IMMORTALI COME LUI.
NIK77
Dovremo ringraziarlo Apophis alla fine.
Spero vivamente che ci spaventi a morte Apophis. E allora ognuno di noi smetterà di pensare alle nostre cazzate quotidiane perché spaventato da una minaccia molto più grande.
Allora c'è chi smetterà per un attimo di torturare gli animali, di spellarli vivi; c'è chi smetterà di impiccare gli esseri umani, c'è chi smetterà di ideare guerre al fine di riempirsi le tasche di soldi, c'è chi smetterà di fare una politica che torni bene soltanto a lui. Ma non solo. Le famiglie smetteranno di preoccuparsi se non ci sono molti soldi, se non riescono a comprare quella borsa o quel vestito che va così di moda.
E allora tutti guarderanno verso il cielo. E tutti saremo spaventati fino al midollo, fino all' ultimo meandro del nostro corpo, fino a toglierci il respiro, fino a non sentirci più materialmente. Resteremo immobili a guardare quell' immensa roccia che si sta schiantando verso di noi alla velocità della luce, spaventati orridamente dalla consapevolezza che tra un attimo saremo solo fumo e niente di più! Niente di più!
E allora le stelle rideranno di noi. Tutto il cosmo e tutto l' universo riderà di noi. " Ma guardali!" penseranno " quei miserabili esseri umani! Pensavano di essere immortali, di agire egoisticamente sul loro pianeta, di sperare di espandersi su altri senza nemmeno risolvere i problemi che hanno su quello in cui vivono! Guardali adesso mentre muoiono, a guardare i loro arti bruciare e la terra aprirsi in abissi sotto di loro!"
Ma alla fine spero che non ci cada addosso quell'immensa patata. Alla fine spero che non finisca tutto così, anche se molti se lo meriterebbero, io non sono d'accordo. Io voglio vivere, cazzo. Non vorrei finire così i miei giorni con i sogni spezzati in gola. Se devo morire voglio decidere io quando, perché la vita è mia e appartiene solo a me, e mi incazzo di brutto se una roccia passata involontariamente accanto al nostro pianeta me la porta via in un millesimo di secondo.
Ringrazio quindi Apophis per avermi dato l' occasione di un esame di coscienza ma se non gli dispiace gli chiederei di girare i tacchi e tornarsene indietro.
Irene
Un suono che squarcia il cielo.
Lacera i timpani.
Vaporizza la terra.
Svuota gli oceani.
Annienta gli esseri umani.
Annichilisce i loro corpi.
"Ciò che ti accade non ti riguarda se al contempo non riguarda più nessuno"
The Dsider
Non so che pagherei per esserci, quando arriverà...
Walter C., 23 febbraio 2007
Nel 2036 arriva Apophis?
Uhm.
Tra due ore mio padre esce e va in campagna.
Mimmo Alfeo, 8 giugno 2007